Biofeedback e Neurofeedback per l'Emicrania: costi, durata e metodo
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Il biofeedback è il metodo non farmacologico scientificamente dimostrato più efficace nel trattamento dell'emicrania cronica ed episodica: è stato dimostrato infatti che l'applicazione corretta dei più avanzati protocolli di biofeedback e neurofeedback produce una riduzione delle emicranie (frequenza, durata e intensità) paragonabile o superiore a quella dei farmaci (Holroyd et al. 1995; 1988) con una percentuale di successo tra il 75% e il 93% (Walker 2011). Il biofeedback è inoltre privo di effetti collaterali e totalmente indolore.
Il biofeedback è riconosciuto dal Sistema Sanitario Nazionale come prestazione sanitaria detraibile e, come ormai sempre più prestazioni sanitarie, non è in convenzione, pur rimanendo un trattamento economico.
L'applicazione e lo studio scientifico di questo metodo nell'ambito specifico del trattamento per l'emicrania è iniziato circa 50 anni fa; vista l'efficacia del metodo dimostrata dai primi studi la ricerca si è poi fortemente sviluppata nei decenni successivi, con la produzione, sino ad oggi, di più di 100 studi.
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Da una recente metanalisi (Nestoriuc & Martin, 2007) che ha confrontato i 55 maggiori studi (escludendo quelli più piccoli) sull'efficacia del biofeedback nel trattamento dell'emicrania per un totale di 2229 pazienti emicranici è emerso che il biofeedback ha un'efficacia elevata e paragonabile o superiore a quella dei farmaci. Inoltre gli effetti raggiunti sono permanenti, ciò che è emerso da studi di follow up (a lungo termine) sino a 7 anni post-trattamento(Gauthier & Carrier, 1991).
Gli effetti si ottengono con un unico ciclo di poche sedute (11 in media) della durata di 30 minuti circa.
Poiché grazie al biofeedback la frequenza, intensità e durata degli attacchi emicranici è ridotta tanto quanto o più di quanto ottenuto con i farmaci, e poichè il metodo è supportato da una lunga esperienza clinica e da una gran mole di studi scientifici, il biofeedback cosituice oggi l'alternativa non farmacologica ideale per la profilassi (prevenzione) dell'emicrania in tutti i casi in cui i farmaci non siano efficaci o non possano/vogliano essere assunti, come nel caso dei bambini.
Il biofeedback infatti, a differenza dei farmaci, presenta un'elevato livello di adesione alla cura: ossia la percentuale di abbandono del trattamento è di gran lunga inferiore rispetto a quella dei farmaci: ciò è anche dovuto al fatto che il biofeedback non presenta controindicazioni e, come spesso osserviamo presso il nostro centro, questo metodo risulta essere gradevole nella sua applicazione e altamente motivante nel momento in cui, già dopo poche sedute, il paziente comincia a vedere i primi miglioramenti concreti.
Il biofeedback inoltre può essere utilizzato anche in associazione ai farmaci per chi intende ridurre o eliminarne progressivamente l'assunzione.
Le cause dell'Emicrania e l'azione del Biofeedback
L'emicrania è causata dai seguenti fattori concomitanti:
1 - FATTORI GENETICI non necessariamente di tipo ereditario. Predispongono l'individuo a sviluppare l'emicrania in presenza dei fattori che seguono.
2 - FATTORI NEUROVASCOLARI - E stato dimostrato che il dolore emicranico dipende dalla vasodilatazione dei vasi sanguigni extracranici e intracranici che stimolano il trigemino e il nervo occipitale che trasportano il segnale del dolore sino alla corteccia sensoriale; l'aura invece è attribuita alla Cortical Spreading Depression (sotto descritta), un fenomeno neuronale che potrebbe anche innescare il dolore di origine vascolare intracranico (descritto più avanti).
3 - FATTORI NEURONALI - E' stato dimostrato che i pazienti emicranici a differenza di quelli non emicranici presentano un'attività elettrica cerebrale alterata nella direzione di una maggior ampiezza delle onde EEG ad alta frequenza (20-30 Hz) (Walker 2011) associate all'ansia, all'iperattività, all'attenzione focalizzata sostenuta e all'iper-allerta (Marzbani et al. 2016). Quando si rilevano queste anomalie è buona regola applicare adeguati protocolli di Neurofeedback (o EEG-Biofeedback) che, come spiegato più avanti, sono in grado di ristabilire la normale attività elettrica cerebrale. E' sempre bene specificare che il neurofeedback NON comporta alcun tipo di stimolazione (elettrica, magnetica, ecc.) ma costituisce uno strumento attraverso il quale l'individuo apprende a controllare volontariamente i livelli di attivazione cerebrale, per cui è totalmente indolore, privo di effetti collaterali e sfrutta i nostri naturali meccanismi di apprendimento (operante).
4 - TENSIONE MUSCOLARE eccessiva, inconsapevole,persistente o eccessivamente frequente di alcuni muscoli della testa (fronte, tempie, mandibola), del collo e/o delle spalle (in combinazione variabile da individuo a individuo): essa è sovente espressione della somatizzazione di fattori cognitivi, emozionali e situazionali (situazioni stressanti). Tale fattore può non essere presente: quando è presente si parla di cefalea mista o si fa la doppia diagnosi di emicrania + cefalea tensiva. Poiché tale condizione mista è molto frequente l'abbiamo inclusa in questo paragrafo.
5 - FATTORI PSICOFISIOLOGICI e/o PSICOLOGICI di varia origine che si esprimono attraverso la via di somatizzazione delle alterazioni neurovascolari che determinano l'emicrnia, in particolare:
- Stress acuti e cronici
- Stile cognitivo iperattivo e/o iper-reattivo
- Stati ansiosi di varia origine
- Stati depressivi o depressivo-ansiosi (misti)
- Irascibilità eccessiva
6 - ABUSO DI FARMACI ANALGESICI come i FANS, il paracetamolo e gli oppioidi che, se assunti con una frequenza eccessiva, espongono seriamente al rischio di un peggioramento della patologia nella direzione della cronicità (rebound headache) oltre che a fenomeni di tolleranza e dipendenza.
7 - SENSIBILIZZAZIONE DELLE VIE DEL DOLORE - il meccanismo centrale alla base della cronicizzazione del dolore emicranico è noto come "sensibilizzazione delle vie del dolore" ossia delle vie nervose che trasmettono l'informazione dolorifica dalle zone doloranti innervate al sistema nervoso centrale. Una loro attivazione eccessivamente ripetuta e protratta nel tempo produce un progressivo abbassamento della soglia d'attivazione dei neuroni che le compongono (facilitazione sinaptica sia a livello periferico che centrale) con conseguente aumento di facilità della loro attivazione (bastano stimoli anche innocui o deboli ad attivare le vie del dolore e innescare la cefalea), con conseguente aumento della frequenza, intensità e durata degli episodi di emicrania. Si ritiene inoltre che tale sensibilizzazione dolorifica sia facilitata/amplificata dall'uso eccessivo dei farmaci analgesici (FANS, Triptani, Oppioidi), ciò che sembra essere alla base del "rebound headache" o cefalea di rimbalzo di seguito descritta.
Meccanismi dell'emicrania: le tre componenti
Per capire il modo in cui il biofeedback agisce è necessario prima capire quali sono i meccanismo alla base dell'emicrania. L'emicrania è una patologia che presenta un'eziologia complessa. Alla base dell'emicrania infatti sembrano esserci diverse componenti. Vediamo quelle più studiate:
- Componente vascolare intracranica - tale componente origina dall'arteria carotide interna, coinvolge il sistema trigeminovascolare che, come indica il nome stesso, è costituito dai vasi sanguigni intracranici e dall'innervazione del nervo trigemino che innerva gli stessi vasi sanguigni e trasporta le informazioni dolorifiche al nucleo trigeminale (subnucleo caudale), da quì al talamo e quindi alla corteccia somestesica (sensoriale). Il coinvolgimento di questa componente durante l'attacco emicranico è tuttavia oggetto di controversie; molti studi non hanno dimostrato un suo coinvolgimento diretto negli attacchi emicranici ma potrebbe avere un ruolo nelle fasi antecedenti gli attacchi (Shevel 2007).
- Componente vascolare extracranica - tale componente è rappresentata dai vasi sanguigni dei rami extracranici superficiali della carotide esterna e dall'innervazione del nervo trigemino e del nervo occipitale delle regioni extracraniche (compresi i vasi sanguigni extracranici); numerosi studi hanno dimostrato un diretto coinvolgimento di tale componente durante ma non tra gli attacchi emicranici (Shevel 2007; 2013). Più in particolare è stata dimostrata una relazione diretta tra il grado di dilatazione dell'arteria temporale e il dolore; durante la crisi emicranica quanto più aumenta l'ampiezza della pulsazione (l'ampiezza della variazione del diametro dei vasi) tanto maggiore è il dolore percepito.
- Componente neurovascolare - tale componente è rappresentata dal fenomeno denominato Cortical Spreading Depression, un'onda di depolarizzazione (eccitazione neuronale) immediatamente seguita da una depressione (iperpolarizzazione) corticale spontanea e auto-propagante che si espande attraverso gli emisferi cerebrali ad una velocità di 2-5 millimetri al minuto, che è accompagnata da un transitorio aumento del flusso sanguigno cerebrale e che determina il rilascio di sostanze proinfiammatorie a ridosso dei vasi sanguigni delle meningi con conseguente stimolazione delle terminazioni trigeminali, percezione del dolore e innesco dell'episodio emicranico. Questa componente dunque sembra svolgere un ruolo importante nelle fasi che precedono l'attacco emicranico e il suo innesco (Kataoka e Watanabe 2014).
Da questo quadro risulta evidente la necessità di operare una distinzione tra i processi (primari) che precedono e conducono alla crisi emicranica (che coinvolgono la componente vascolare interna e la componente neurovascolare) e i siti di origine del dolore durante gli attacchi emicranici (componente vascolare esterna).
Ne consegue che un trattamento per l'emicrania sarà tanto più efficace quanto maggiore è il grado di coinvolgimento di tutte le componenti eziopatologiche su elencate. Ciò è reso possibile dalla sapiente applicazione congiunta di alcuni protocolli di biofeedback e strategie comportamentali ad hoc.
E' possibile anche l'uso congiunto di biofeedback e farmaci con l'obiettivo finale di eliminarli progressivamente.
Obiettivi del Biofeedback
Il protocollo di Biofeedback da noi utilizzato agisce direttamente su tutti i fattori su citati ad eccezione di quello genetico, ed ha come obiettivi a breve, medio e lungo termine:
- La riduzione delle alterazioni neurovascolari che causano l'emicrania entro i livelli normali
- La cessazione completa o la riduzione del numero e dell'intensità delle emicranie
- La desensibilizzazione delle vie del dolore
- L'individuazione dei principali fattori cognitivi, comportamentali e situazionali che alimentano le alterazioni neurovascolari che causano l'emicrania.
- La riduzione/cessazione dell'uso di farmaci
- Il ripristino di una qualità di vita soddisfacente
Evitare il dolore e la cronicizzazione
L'emicrania è un disturbo che, se non trattato o se trattato con strumenti non idonei (ad es. l'abuso di analgesici o di terapie scientificamente non validate), evolve in forme ad episodi sempre più frequenti, sino allo stato cronico (15 o più emicranie al mese), fortemente disabilitante.
Negli individui geneticamente predisposti, uno stato d'attivazione psicofisiologica eccessiva ed eccessivamente protratta quasi sempre favorita da situazioni stressanti prolungate, da una personalità ansiosa e/o iper-reattiva o iperattiva, o irascibile, può determinare involontarie/inconsapevoli/incontrollate alterazioni neurovascolari intracraniche e vascolari extracraniche che producono una serie di eventi a cascata che conducono all'episodio emicranico che, nel caso dei pazienti cronici, arriva a manifestarsi anche quotidianamente.
- Cosa causa il progressivo peggioramento della patologia? Così come avviene per altre patologie del dolore, la progressiva cronicizzazione dell' emicrania è dovuta ad una progressiva sensibilizzazione delle vie nervose che conducono il dolore percepito durante, prima e/o dopo gli attacchi di cefalea, ciò che si traduce in una crescente suscettibilità/facilità a sviluppare altre emicranie con conseguente aumento della loro frequenza (sino alla cronicizzazione). In altre parole si verifica un abbassamento della soglia di attivazione dei neuroni che conducono il segnale del dolore dalla periferia al cervello, con conseguente maggiore facilità di attivazione degli stessi.
- Come si può ridurre il dolore? La via maestra per combattere questo disturbo fortemente disabilitante è il ripristino della normale soglia d'attivazione delle vie dolorifiche coinvolte; ciò richiede una drastica e prolungata riduzione della stimolazione di queste vie nervose dolorifiche, cosa che è possibile ottenere in modo duraturo solo riducendo la causa primaria della loro stimolazione: le alterazioni neurovascolari intracraniche e vascolari extracraniche (e spesso anche le tensioni muscolari dei muscoli cranici e pericranici), a loro volta causate/aggravate da stressor di varia natura e da una propria predisposizione a reagire alle situazioni ansiogene/stressanti con stati d'attivazione psicofisiologica eccessiva (ansia, iper-reattività, iper-attivitàecc.) e tramite questa specifica via di somatizzazione.
Il Biofeedback è un training, un allenamento psicofisiologico che agisce alla radice del problema consentendo all'individuo con emicrania di imparare rapidamente a controllare e normalizzare le alterazioni neurovascolari che causano le emicranie, consentendo così il progressivo processo di desensibilizzazione delle vie dolorifiche implicate in questa patologia e la progressiva concomitante riduzione della frequenza, intensità e durata delle emicranie e la riduzione progressiva della quantità di farmaci assunti (analgesici, antidepressivi, ecc.).
Effetti a lungo termine del Biofeedback
Una questione di fondamentale importanza nella scelta di un trattamento dovrebbe sempre essere quella relativa agli effetti a lungo termine del trattamento stesso. Abbiamo già detto precedentemente come dagli studi comparativi tra gli effetti dei farmaci e gli effetti del biofeedback sia emerso che il biofeedback abbia un'efficacia uguale o maggiore rispetto ai farmaci testati.
A questo vantaggio dobbiamo poi aggiungerne un altro: mentre i farmaci sono efficaci solo fin quando vengono assunti, il biofeedback è un trattamento i cui effetti permangono nel lungo termine. Questo è stato dimostrato in diversi studi di follow up. Ad esempio Lisspers e Ost (1990) hanno condotto uno studio di follow up durato 6 anni sugli effetti a lungo termine di vari protocolli di biofeedback (EMG, BVP e TEMP) sull'emicrania in 50 pazienti con emicrania; è emerso che gli effetti del trattamento di biofeedback permangono anche a distanza di 6 anni. Anche Gauthier e Carrer (1991) hanno dimostrato un'efficacia a lungo termine del Biofeedback sino a 7 anni dalla fine del trattamento.
Questi ed altri studi sanciscono di fatto l'efficacia a lungo termine/permanente del biofeedback che, ad oggi, costituisce a pieno titolo una valida opzione profilattica non farmacologica per il trattamento dell'emicrania, totalmente priva di effetti collaterali ed economica (occorre un unico ciclo di poche sedute).
In cosa consiste il Biofeedback per l'emicrania?
Il Biofeedback per l'emicrania è un metodo d'intervento psicofisiologico che fa uso di tecnologie e software sofisticati grazie ai quali è possibile, in modo del tutto indolore e non invasivo, rilevare i seguenti segnali fisiologici:
- Attività cerebrale elettrica (EEG)
- Temperatura
- Pressione sanguigna dell'arteria temporale
- Conduttanza cutanea (indice dell'attivazione simpatica)
- Respirazione
- HRV (Variabilità della Frequenza Cardiaca)
- ECG (Elettrocardiogramma)
- EMG (Elettromiogramma - rileva il livello di tensione dei muscoli)
Tutte queste variabili fisiologiche vengono accuratamente misurate dagli strumenti in modo preciso e in tempo reale cosicché il paziente può visualizzarle su un monitor (attraverso immagini, filmati, suoni, grafici) e usarli, con le opportune strategie, per imparare a controllarle in modo tale da ridurre/eliminare le alterazioni fisiologiche che causano l'emicrania, con conseguente riduzione della frequenza, durata e intensità degli episodi emicranici.
Il biofeedback rende possibile tutto questo "semplicemente" sfruttando il feedback fornito dagli strumenti e i meccanismi neurofisiologici naturali di apprendimento di cui è dotato il nostro corpo: l'efficacia è scientificamente dimostrata anche negli animali non consapevoli delle ragioni del trattamento.
Esistono diversi protocolli di biofeedback per il trattamento dell'emicrania così come esistono diverse modalità di manifestazione dell'emicrania.
- EEG Biofeedback (Neurofeedback)
- Biofedback della temperatura
- Biofeedback della pressione dell'arteria temporale
- EMG Biofeedback (elettromiogramma)
Questi protocolli possono essere usati singolarmente o in combinazione a seconda della sintomatologia riferita dal paziente. Stabilire correttamente quale o quali protocolli utilizzare costituisce infatti il primo passo necessario al successo del trattamento; a tal fine presso il nostro Centro effettuiamo sempre una prima seduta di valutazione approfondita che dura mediamente 90-120 minuti, che comprende una misurazione con gli strumenti del biofeedback.
Ad esempio spesso l'emicrania presenta anche una componente tensiva (cefalea mista) che va trattata con l'EMG biofeedback oltre che con altri protocolli volti a controllare la vasocostrizione-vasodilatazione dei vasi sanguigni coinvolti nel processo emicranico.
Il trattamento di Biofeedback per l'emicrania
Il Protocollo da noi utilizzato è di tipo integrato e prevede un unico ciclo di 10-15 sedute che include le seguenti attività e tecniche d'intervento:
1 – Profilo Psicofisiologico (o Stress Profile) e anamnesi completa - Nella prima seduta, della durata di 90-120 minuti (a seconda della complessità del caso), si effettua una valutazione approfondita delle condizioni del paziente in relazione all'emicrania; subito dopo, utilizzando la strumentazione del biofeedback, si effettua una misurazione (stress profile) di diverse variabili fisiologiche in condizioni di relax e di stress (lieve) per individuare le alterazioni fisiologiche su cui lavorare e per definire il protocollo più efficace. In questa fase si individua anche l'eventuale presenza di tensioni muscolari che spesso contribuiscono all'innesco dell'episodio emicranico.
2 - Misurazione dello stress - Nella prima seduta si effettua sempre anche una misurazione dello stress attuale dell'individuo, sia utilizzando gli strumenti del biofeedback, sia utilizzando test scientificamente validati. Questa misurazione è molto importante per far comprendere al paziente se e quanto stress stia subendo (e abbia subito), i danni fisici a cui è esposto, la stretta relazione tra stress ed emicrania e la conseguente necessità di definire delle strategie idonee volte a ridurre o eliminare le principali fonti di stress, attività quest'ultima che è facoltativa ma comunque fortemente consigliata anche perché non comporta costi aggiuntivi.
3 – Protocolli per gestire gli attacchi emicranici - E' stato ampiamente dimostrato che il dolore dell'attacco emicranico genera dall'eccessiva vasodilatazione dell'arteria temporale omolaterale al dolore. Farmaci come l'ergotamina e i triptani producono una vasocostrizione di questi vasi con seguente riduzione o eliminazione del dolore. Tramite adeguati protocolli di biofeedback l'individuo impara a costringere volontariamente l'arteria temporale: per ottenere questo apprendimento si usa un tipo di biofeedback particolare che fa uso di una banda elastica che si mette attorno alla testa all'altezza delle tempie e che rileva la vasodilatazione/vasocostrizione dell'arteria temporale; grazie al feedback generato da questo sensore il paziente, con le opportune strategie suggerite dallo psicologo, impara ad aumentare volontariamente la costrizione dei vasi sanguigni dell'arteria temporale con conseguente riduzione/eliminazione del dolore. Una volta appresa questa tecnica il paziente potrà prevenire il raggiungimento della soglia di innesco dell'emicrania vasocostringendo l'arteria temporale ai primissimi sintomi dell'emicrania. Questo protocollo si applica solo nei casi in cui si renda necessario.
4 – Protocolli per la prevenzione/profilassi dell'emicrania - In questo caso l'individuo apprende a controllare il livello di attivazione psicofisiologica (ansia, stress, rabbia) e quindi le alterazioni associate neurovascolari itracraniche ed extracraniche che precedono e preparano l'esordio dell'emicrania successiva. Questo tipo di apprendimento risulta essere molto piacevole e facile da svolgere. Una volta appreso l'individuo sarà in grado di spezzare all'origine il circolo vizioso che dall'eccessiva attivazione psicofisiologica conduce ciclicamente e inevitabilmente all'emicrania.
5 – Protocolli per la tensione muscolare - Molto spesso l'emicrania presenta anche una componente tensiva che di solito interessa alcuni muscoli come quelli temporali, frontali, della mandibola e del collo/spalle; a volte l'emicrania è proprio innescata da tali tensioni. Quando ciò si verifica è di fondamentale importanza eliminare queste tensioni; questo si ottiene con specifici protocolli di biofeedback che permettono all'individuo di apprendere rapidamente a ridurre volontariamente la tensione dei muscoli monitorati, riportandola sui valori normali.
6 - Protocolli di Neurofeedback per l'emicrania - Studi recenti hanno dimostrato che i pazienti con emicrania mostrano un alto livello di onde cerebrali rapide (Walker 2011); l'applicazione di specifici protocolli di neurofeedback si è dimostrata efficace nel trattamento dell'emicrania. Grazie al neurofeedback (o EEG-Biofeeback) l'individuo è in grado di imparare a modulare i livelli di attività elettrica cerebrale nella direzione desiderata (ad esempio riduzione delle onde beta) e, conseguentemente, i livelli di attività cerebrale che sottendono l'attività elettrica.
7 – Rilassamento Progressivo da fare a casa/lavoro con CD (facoltativo - 8 fasi) - Diversi studi hanno dimostrato che l'aggiunta di questa specifica tecnica di rilassamento al Biofeedback velocizza e potenzia gli effetti del Biofeedback (Nestoriuc et al. 2008). Questa tecnica, a differenza di altre, è supportata da una robusta base scientifica. Ad ogni seduta di biofeedback viene fornito un CD da noi prodotto contenente una delle 8 sessioni audio-guidate di questo particolare training di rilassamento muscolare progressivo. Questo training viene svolto a casa o al lavoro parallelamente al training di biofeedback. Questo tipo di rilassamento è da intendersi come attività accessoria facoltativa in quanto non tutte le persone si trovano bene con le tecniche di rilassamento: per prassi questo protocollo si prova per una o due settimane; se l'individuo ci si trova bene si continua, altrimenti si interrompe, senza pregiudicare minimamente l'efficacia dell'intero trattamento il cui elemento portante è il biofeedback.
8 - Colloqui di sostegno, psicoeducativi, preventivi e strategici
Le alterazioni neurovascolari che causano l'emicrania sono quasi sempre legate a fattori di tipo situazionale-comportamentale-emotivo (ansia, stress, depressione, rabbia, ecc.); tali stati costituiscono la benzina che alimenta tali alterazioni e amplifica il dolore; non devono mai essere sottovalutati o, peggio, non considerati.
Per tale ragione la buona riuscita del trattamento e il mantenimento dei suoi effetti nel lungo termine sono fortemente potenziati da brevi colloqui strategici svolti nel corso del trattamento di biofeedback (senza costi aggiuntivi). Tali colloqui sono finalizzati a:
- conoscere i meccanismi psicologici, fisiologici e ambientali che sono all'origine dell'emicrania (potenzia e velocizza gli effetti del trattamento).
- aumentare la consapevolezza dell'individuo e il suo senso di autoefficacia, ossia la consapevolezza che le alterazioni fisiologiche involontarie che causano l'emicrania possono essere volontariamente controllate e normalizzate con le tecniche/strategie apprese.
- imparare a controllare la risposta psicofisiologica agli agenti stressanti con adeguate strategie, tecniche e cambiamenti mirati nello stile di vita.
Questi colloqui non sono obbligatori ma sono fortemente consigliati.
9 - Igiene del sonno - dopo un'approfondita valutazione della qualità del sonno, vengono fornite le indicazioni necessarie a ripristinare una sufficiente qualità dello stesso. Migliorare la qualità del sonno significa agire direttamente su un insieme di potenti meccanismi psicofisiologici che contrastano fortemente gli effetti dannosi dello stress, dell'ansia, della rabbia (e di altri stati di tensione/attivazione eccessiva) sul corpo e sulla mente, aumentando la resistenza psicofisica agli stressors, spesso inevitabili.
10 - Monitoraggio attivo inter-sessione - le strategie apprese durante il trattamento integrato di biofeedback devono essere poi estese alla vita reale, al di fuori setting protetto e controllato dello studio di biofeedback; per tale ragione abbiamo implementato un sistema di monitoraggio continuo sempre attivo che, tra una seduta (o sessione) e quella successiva, accompagna e assiste la persona nel delicato processo di estensione delle abilità apprese alla vita di tutti i giorni, tramite l'uso di strumenti (cartcei, fogli elettronici e applicazioni per smartphone/tablet/computer) opportunamente tarati sulle necessità di ogni singolo individuo.
11 - Monitoraggio post-trattamento - terminate le sessioni di trattamento, le abilità apprese e già ben trasposte nella vita di tutti i giorni dovranno essere utilizzate anche nei mesi successivi; per tale ragione nel corso dei 6-12 mesi successivi alla fine del trattamento effettuiamo un monitoraggio a distanza volto sia a verificare i progressi attesi, sia a correggere eventuali errori d'applicazione e d'integrazione delle strategie apprese, sempre tramite l'uso di strumenti simili a quelli usati nel monitoraggio inter-sessione.
L'applicazione dell'sEMG biofeedback incluso nel nostro protocollo integrato produce effetti clinicamente significativi nell'80-90% dei pazienti trattati (Sherman, 2012).
A fine trattamento il paziente saprà riconoscere e correggere autonomamente l’eccessiva tensione muscolare alla base della sua cefalea tensiva, riducendo o eliminando l’intensità, la durata e la frequenza degli episodi cefalgici e l’uso/abuso dei farmaci.
Emicrania mestruale
Spesso nelle donne l'emicrania si presenta solo o si aggrava nel periodo delle mestruazioni (qualche giorno prima, durante o qualche giorno dopo).
Alcuni autori ritengono che ciò sia in qualche modo legato al momento in cui ha inizio l'ovulazione (Szekely et al.,1986; Nattero et al., 1989; Lokken et al. 1997); è probabile dunque che l'emicrania mestruale dipenda dalle variazioni ormonali che precedono e seguono l'inizio dell'ovulazione.
Nel caso in cui l'emicrania sia presente anche al di fuori del periodo delle mestruazioni allora alle componenti su descritte si aggiunge anche quella ormonale.
La domanda che dunquesi è posti è se il biofeedback possa essere efficacie anche in questo tipo di emicrania. Per rispondere a questa domanda sono stati condotti diversi studi dai quali è emerso che il biofeedback è efficace anche nell'emicrania mestruale in misura simile all'emicrania "classica" (Blanchard e Kim, 2005).
Anche in questo caso presso il nostro studio applichiamo i protocolli internazionali più efficaci in base alle caratteristiche psicofisiologiche del paziente emerse durante il primo incontro di valutazione.
Cronicizzazione e "Rebound Headache" o "Medication Overuse Headache"
un pericolo da prevenire o da trattare col Biofeedback
I farmaci analgesici (paracetamolo, FANS, oppioidi, triptani, ecc.) riducono il dolore solo temporaneamente e il loro abuso (più di 2-3 giorni a settimana) espone seriamente al rischio di aggravare la patologia, aumentando la frequenza delle emicranie.
Quando ciò si verifica si parla di "Rebound Headache" ossia "mal di testa da rimbalzo" un concetto sovrapponibile a quello di "Medication Overuse Headache" ossia "mal di testa da abuso di farmaci" che si riferisce a una condizione determinata proprio dall'abuso dei farmaci analgesici: in parole semplici accade che il farmaco fa passare la cefalea (o ne riduce i sintomi) ma allo stesso tempo facilita l'insorgere di quella successiva (effetto di rimbalzo), con il risultato di un aumento progressivo della frequenza delle cefalee.
Purtroppo i meccanismi alla base di questo fenomeno non sono noti per cui è difficile anche discriminare questo fenomeno dal semplice aggravarsi della patologia emicranica. E' possibile che il sovrautilizzo degli analgesici (triptani inclusi) inneschi dei meccanismi intraneuronali che producono un aumento ulteriore della sensibilizzazione delle vie del dolore nel breve-medio termine (dall'assunzione dell'ultima dose di farmaco), producendo un circolo vizioso cefalea-farmaco-cefalea difficile da spezzare ma che può essere efficacemente interrotto con l'aiuto del biofeedback.
In questi casi può rendersi necessario l'attuazione di uno dei protocolli di "disintossicazione" oggi disponibili (con percentuali variabili di successo); tra i protocolli di disintossicazione più utilizzati vi sono quelli che fanno uso di elevate dosi di glucocorticoidi (a volte miscelati con potenti antiossidanti) per un periodo limitato di tempo (con dosi a scalare) seguito da un periodo di settimane durante le quali l'individuo deve assolutamente cessare l'assunzione di quei farmaci che ora causano il rebound headache e cominciare con l'assunzione di qualche farmaco preventivo/profilattico.
A tal proposito in uno studio recente Rausa et al. (2016) hanno dimostrato che ben l'80% dei pazienti con Medication Overuse Headache (= Rebound Headache, sia emicranici che con cefalea tensiva) sottoposti ad un breve training di biofeedback sono riusciti a regredire dalla condizione cronica a quella episodica e a non ricadere di nuovo nel Rebound Headache; invece la maggior parte (75%) dei pazienti sottoposti soltanto al trattamento farmacologico profilattico (senza biofeedback) a distanza di 4 mesi sono ricaduti nel rebound headache. Ciò significa che, in assenza di biofeedback e con il solo farmaco profilattico, nel 75% dei casi si verifica una ricaduta.
E' bene sottolineare che questi trattamenti farmacologici, se non seguiti da un trattamento di Biofeedback, servono solo a ristabilire la condizione di cefalea prima che quest'ultima fosse peggiorata dal fenomeno del rebound.
E' importante dunque prevenire l'innesco di tale condizione o affrontarla evitando l'abuso di analgesici ed attuando un adeguato protocollo di biofeedback (preferibilmente multicomponenziale), anche con l'uso contemporaneo di farmaci profilattici, con l'obiettivo di ridurre ed eliminare questi ultimi in modo progressivo.
Quanto dura il trattamento di Biofeedback per l'emicrania?
Solitamente il trattamento di Biofeedback e per l'emicrania richiede un unico ciclo di 10 sedute o più a seconda degli obiettivi da raggiungere. Se ad esempio è presente anche la componente tensiva occorrono 15 sedute. La prima seduta, durante la quale si effettua un'approfondita valutazione e lo Stress Profile (o Profilo Psicofisiologico) ha una durata di 90-120 minuti (a seconda della complessità del caso); le sedute successive di training durano circa 30 minuti.
Occorre solo un ciclo di sedute e, una volta completato, non occorre ripetere il trattamento.
Quanto costa il trattamento di Biofeedback per la Cefalea Tensiva?
L'intero trattamento ha un costo contenuto consistendo in un unico ciclo sedute senza la necessità di ricorrere a cicli successivi o periodici.
La tariffa intera di una seduta a dai 55 ai 70 euro in base alla formula scelta dal paziente.
La prima seduta, che comporta un'approfondita analisi del problema e la valutazione psicofisiologica o stress profile (con la nostra strumentazione) ha un costo di 90 euro e una durata di circa 90-120 minuti.
Lo stress profile è necessario ad individuare il locus dell'alterazione fisiologica e a stabilire il protocollo di biofeedback adeguato alla specifica situazione.
Il Biofeedback è una prestazione sanitaria detraibile.
Il Biofeedback ha effetti collaterali o indesiderati?
Il biofeedback è un metodo d’intervento sicuro, non-farmacologico, non-invasivo, indolore e privo di effetti collaterali, ad eccezione della possibile irritazione cutanea negli individui allergici al cerotto adesivo dei sensori.
Nei protocolli di training respiratorio gli individui predisposti possono inoltre sperimentare una sensazione di "testa leggera" conseguente all'attività respiratoria. Tali fenomeni sono reversibili e possono essere ridotti o evitati con le opportune precauzioni.
E' una cura a lungo termine?
Studi di follow-up a lungo termine (fino a 7 anni) hanno dimostrato che, per la maggior parte dei pazienti trattati con il Biofeedback che continuano ad applicare le abilità apprese, gli effetti del trattamento rimangono invariati nel corso del tempo, senza la necessità di ricorrere ad ulteriori trattamenti.
Qual'è il livello di efficacia del Biofeedback?
Il biofeedback è il metodo non farmacologico scientificamente validato più efficace nel trattamento dell'emicrania cronica ed episodica: è stato dimostrato infatti che l'applicazione corretta dei più avanzati protocolli di biofeedback produce una riduzione delle emicranie (frequenza, durata e intensità) paragonabile o superiore a quella dei farmaci (Holroyd et al. 1995; 1988).
Contatti e indirizzi
I trattamenti di Biofeedback e Neurofeedback sono svolti dalla équipe formata dal Dott. Alessio Penzo e dalla Dott.ssa Loredana Scalini presso lo Studio di Psicologia e Biofeedback situato in Via Giovanni Guareschi 123, 00143 - Roma (EUR-Laurentina).
Come raggiungerci
Fermata Metro B Laurentina + Autobus 776
Fermata Metro B Fermi + Autobus 779
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